domenica 7 settembre 2008

Quel nostro "istintivo diffidare"...

B16. Lo chiamano così i suoi fans più estremi, i giornalisti un pò "avanti" e quelli che se lo possono permettere. A Cagliari gli ultrà del Papa sono oltre centomila. In una mattinata grigia ma finalmente fresca accorrono da tutta l'Isola per salutarlo. La macchina organizzativa è perfetta, da film americano la scenografia con auto scure lucidissime, uomini impeccabili con auricolari e pistola ben nascosta, in terra neanche una foglia, via Roma come un salotto, la scalinata di Bonaria più maestosa del solito.

B16 saluta tutti. Vescovi, arcivescovi, fedeli ed infedeli. Saluti calorosi per il sindaco della città che lo ospita. Anche lui avanti. Che si sente Governatore in pectore e porta al Papa i saluti di tutta la Sardegna. 

B16 saluta "in modo particolare" il presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana Silvio Berlusconi e pure il suo fido dr. Letta. Che adesso ho capito perchè hanno deciso di trascorrere una domenica a Cagliari, ed io che pensavo che fosse solo perchè il Milan non giocava in casa.

B16 non degna di uno sguardo il governatore Soru, che resta defilato dall'inizio alla fine della cerimonia. Tricolori ovunque. Le bandiere con i quattro mori non ci sono da nessuna parte. Per fortuna qualcuno l'ha portata da casa. Come al concerto del primo maggio. 

B16  decide di scaldare i cuori e sfodera d'improvviso 6 parole in lingua sarda (bene). B16 dimostra di aver capito qualcosa di noi sardi, quando ricorda del nostro atavico ed "istintivo diffidare di qualunque cosa arriva da oltre il mare" (benissimo). 

Però abbiamo capito tutti che la sua visita ha segnato l'inizio della campagna elettorale in vista delle prossime amministrative regionali e comunali. 

Abbiamo capito tutti che questa visita di pastorale ha avuto ben poco.

Abbiamo capito tutti.

Spero Santità abbia capito perchè di noi sardi quel nostro "istintivo diffidare" di chi arriva da oltre il mare...

Ad onzi modu Benennidu!   


ps: la foto non è mia ma la trovate sul sito di Repubblica.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Poco importa che nei paesi i morti ammazzati siano sempre di più e sempre più impuniti, che i migranti siano reclusi in terribili cpt col filo spinato intorno, poco importa il sovraffollamento delle carceri, la disoccupazione, le morti bianche, i morti e gli ammalati per la presenza delle basi militari, poco importano i tagli alla scuola sarda. Di tutto questo, neanche una parola.
Dov'era lo spirito cristiano nella kermesse cagliaritana? Una Chiesa "vicina alle persone, alle popolazioni". Ma quando mai?Ostentazione di potere, questo è stato. Del Potere, nel senso di "chi può". Sia esso potere spirituale, temporale, giudiziario...Insomma, è scesa in campo l'artiglieria pesante, a mostrare come siamo bravi e organizzati.
Concordo con te: più che una visita pastorale è stato uno spot elettorale. Mentre il cronista della tv locale, e con lui uno dei padri mercedari organizzatori (il più alto in grado, mi è sembrato di capire...) si affannava a precisare che la visita di B16 non aveva niente di "politico", ma era un omaggio che la chiesa cattolica rendeva ai Sardi e alla loro patrona. Che la presenza di Berlusconi era atto di pura cortesia, e non celava alcun secondo fine. Excusatio non petita o, come diciamo qui, "chi si pecca male si sente"...
Arguto e ruffiano, B16 dice le famose 6parole6 in sardo (sulla homepage di Libero www.libero.it la cosa si è ingigantita ed addirittura si dice che il papa ha celebrato la messa in sardo...Non mi meraviglierei a leggere che al posto della mitria il papa indossava la berritta...), dicevo, arguto e ruffiano, B16 paragona i sardi alle querce, che rinascono sempre, dopo la siccità, nonostante gli incendi, malgrado i venti. E i sardi, sudditi e con la atavica vocazione allo zerbinaggio, lo accolgono entusiasti, e dopo millenni non hanno ancora imparato a diffidare di chi arriva da oltremare, altrochè!
Ad onzi modu, benennidu...

Lissandru ha detto...

Infatti è come scrivi tu... Era tutto perfettamente organizzato. Compreso il cronista di Videolina che ha lavorato abilmente nel tentativo - forse riuscito - di sdoganare una grande opportunità politica (forse commerciale) in una storica visita pastorale (?) non per Cagliari (noooh, siamai...) ma bensì per tutta l'Isola di Sardegna (??).

Della Sardegna e dei suoi mali, delle sue sofferenze e delle sue incoerenze, di tutto questo nelle parole di B16 non c'è traccia.

La sua è stata una omelia superficiale, senza mai un affondo, senza mai uno slancio di passione e di umanità.



...

colui72 ha detto...

GP2 era un'altra cosa, e non sono mai stato cattolico.
B16 è un politicante che personalmente detesto come persona, e ora si dimostra anche spudaratamente un servo dei loro buffet, come tutti i suoi colleghi che affollano in doppiopetto le vie di Roma.
Un cordiale vaffa a Herr B16.
Amen.
Perdona l'odio che trasuda caro Lissandru, ma parlando di quest'uomo provo solo ribrezzo.

Anonimo ha detto...

COMUNICATO STAMPA
Il Circolo UAAR di Cagliari (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) esprime il proprio forte
dissenso riguardo ai costi in termini economici e logistici della visita del papa a Cagliari.
Innanzi tutto poniamo l’accento sulle ingenti spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche locali in
questa occasione. Le cifre rese note, 1,4 milioni di euro dalla Regione, 200.000 euro del Comune e 20.000
euro della Provincia, che si sommano a quelle comunicate con minore trasparenza da parte di altre istituzioni
pubbliche, appaiono sproporzionate all’evento, specie in considerazione dei problemi economici
della nostra regione.
Si tratta infatti di un vero e proprio sperpero di fondi pubblici a favore di una organizzazione, la chiesa
cattolica, cui lo Stato Italiano versa già in forme diverse parte delle tasse pagate anche da chi non ne condivide
la filosofia né i dogmi e che auspica che il principio di laicità significhi anche che siano i soli credenti
a finanziarne l’opera.
Alle perplessità di carattere puramente economico-finanziario si aggiunge anche la forte disapprovazione
dell’ossequio che la politica rende alla chiesa e al suo capo, quasi che la benedizione di questi debba essere
maggiore dell’investitura – unica realmente importante – dell’elezione popolare.
Non ultimo, l’UAAR intende segnalare il disagio che l’evento ha apportato ai cittadini di Cagliari e dell’hinterland,
costretti a giorni di strade bloccate, divieti di parcheggio e persino abbattimento di alberi a
causa di “esigenze televisive”. È difficile accettare che poche ore di presenza del papa debbano significare
giorni e giorni di controlli da regime militare.
Sarebbe desiderabile che finalmente le religioni escano dalla vita pubblica e siano confinate nella sfera
privata dei singoli: ciò permetterebbe alla società di essere libera da dogmi e da verità imposte come assolute
che, proprio per questa loro indiscutibilità, non possono che entrare in contrasto con punti di vista diversi
e costruire barriere fra le persone invece che avvicinarle e favorirne la pacifica convivenza.
www.uaar.it - cagliari@uaar.it – Circolo di Cagliari – Via Bacaredda,11; 338 43 64 047